Sui luoghi della Battaglia di Tagliacozzo, alle radici della storia europea

Luoghi e itinerari

Ciò che siamo ha origini lontane, in quei secoli del Medioevo spesso (a torto) considerati bui e la cui conoscenza e approfondimento ancora oggi illuminano il nostro presente e futuro. Eventi della nostra storia che hanno una data precisa, nomi di protagonisti ben chiari e anche località geografiche specifiche. È il caso della Battaglia di Tagliacozzo del 22 agosto 1268 combattuta dal sedicenne Corradino di Svevia (a capo dell’esercito svevo-ghibellino) e  Carlo I d’Angiò (capo dell’esercito guelfo-angioino). Una vicenda che gli storici considerano come la fine delle secolari ostilità tra Guelfi e Ghibellini, ma che rappresenta soprattutto la fine delle aspirazioni imperiali.

L’esito della battaglia, infatti, vide la sconfitta di Corradino di Svevia con la definitiva caduta della nobile famiglia Hohenstaufen dal trono imperiale e la conseguente dominazione angioina nel Regno di Sicilia.

Dante, l’Europa, Tagliacozzo e noi

Ma perché è così importante questa battaglia? E perché non è una delle tante lotte che hanno animato la storia dell’uomo e gli scontri tra i principi europei (nel territorio italiano)? Perché è l’episodio che dà una svolta significativa alla storia europea e italiana (e dell’Italia che sarà). Questo perché qui nei Piani Palentini morirono le aspirazioni del Sacro Romano Impero e iniziò la lunga e triste stagione delle dominazioni straniere nella nostra penisola

Ma andiamo con ordine.

Tutto “nasce” dalla Commedia e dal genio di Dante. Il Sommo Poeta, infatti, parla di questo episodio nel XXVIII canto (verso 17 e 18) dell’Inferno della sua Commedia nei quali leggiamo testualmente

e là da Tagliacozzo \ dove senz’armi vinse il vecchio Alardo

Questa battaglia prende la denominazione “di Tagliacozzo” proprio dal riferimento dantesco, sebbene recenti studi suggeriscano che il teatro della sfida fu il territorio di Albe, ovvero la zona dei Piani Palentini oggi attraversata dall’A25 Roma-Pescara. Ma chi era il “vecchio Alardo” e perché Dante parla di una battaglia vinta “senz’armi”? Questa è una delle parti più interessanti della storia.

Con tale definizione, il Sommo, allude all’escamotage grazie al quale l’astuto condottiero francese riuscì ad assicurarsi la vittoria nonostante la netta inferiorità numerica sul campo. Ed infatti l’espressione andrebbe letta con il significato di “senza onore”. Il nobile francese si avvalse, infatti, nel corso della battaglia, di una stratagemma militare che aveva appreso dagli eserciti saraceni durante la propria militanza nelle file crociate.

 

Alardo divise i suoi in tre schiere: la prima sulle pendici del colle ove l’Angiò si era accampato, ordinando al nobile Henri de Cousances di indossare l’armatura e le insegne reali, data la forte somiglianza tra costui ed il re; la seconda presso il fiume per rendere difficile il guado; la terza, con a capo lo stesso Alardo, in una gola laterale, che ne rendeva impossibile l’avvistamento al nemico.

Henri de Cousances si lanciò in battaglia, con le insegne reali, alla testa dell’avanguardia angioina, che venne sbaragliata dall’esercito di Corradino. Caduto il Cousances, i Ghibellini ebbero l’illusione di aver ucciso l’odiato francese e di avere in pugno la vittoria. Ruppero così le loro formazioni, lasciandosi andare a grandi scene di giubilo, lanciandosi disordinatamente all’inseguimento dei franco-angioini in apparente rotta, e dedicandosi altresì al saccheggio del campo nemico.

Questo diede a Alardo la possibilità di mettere in atto il suo “inganno” (o il suo stratagemma), grazie agli 800 cavalieri tenuti in riserva. Lo schieramento ghibellino, preso di sorpresa e alle spalle, non resse alla carica della cavalleria angioina, fu travolto e si disperse. Per le truppe del giovane Corradino fu una disfatta che assunse in breve le proporzioni di un autentico massacro, e che costrinse lo Svevo a una fuga disperata con non più di 10 persone. 

Ripercorrere i luoghi della Battaglia di Tagliacozzo

Intorno alla Battaglia di Tagliacozzo, anche proprio in virtù della conformazione dei luoghi (i veri protagonisti della battaglia e delle intuizioni di Alardo), ci sono tantissime storie, borghi, località e paesaggi che meritano di essere conosciuti.

E sono gli itinerari che proponiamo di percorrere e rivivere in bicicletta elettrica (eBike). Nei percorsi in eBike pedaleremo attraverso i boschi e i borghi che contrassegnarono gli eventi della Battaglia di Tagliacozzo in un’unica giornata o in un fine settimana (dal venerdì pomeriggio alla domenica pomeriggio) all’insegna di un’esperienza che unisca storia, natura, enogastronomia locale e la capacità di immergersi in una realtà straordinaria.

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